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dc.contributor.authorAl Khabour, Anas
dc.date.accessioned2019-02-06T12:14:17Z
dc.date.available2019-02-06T12:14:17Z
dc.date.issued2018
dc.identifier.issn2659-3998
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10396/17781
dc.description.abstractCome è stato gestito il patrimonio culturale siriano prima che fosse emanata la Legge sulle Antichità Siriane nel 1963? E come è stato considerato da quel momento in poi? Questo documento rappresenta il tentativo di rispondere a tale quesito, partendo dal periodo dell’Impero Ottomano, percorrendo poi gli anni del Mandato Francese in Siria fino all’emanazione della Legge sulle Antichità nel 1963 con tutti i suoi relativi emendamenti del 1999, per terminare infine con la deliberata distruzione del patrimonio culturale che ha fatto seguito all’inizio della guerra civile nel marzo 2011. Il mio proposito è quello di riferire la mia esperienza in qualità di Direttore del Museo Nazionale di Raqqa 2003-2008 e come Dirigente del Dipartimento delle Antichità e dei Musei. In parallelo alla Legge sulle Antichità esistevano una serie di commissioni ed enti competenti che erano in grado di proteggere il patrimonio culturale in maniera soddisfacente pur mancando le risorse umane ed economiche. Il patrimonio culturale è stato sempre considerato parte dell’identità nazionale ed è passato attraverso stadi di conservazione o depredazione, a seconda della scena politica, ma in generale le leggi e le regolamentazioni locali in Siria hanno avuto la funzione di controllare tutte le attività relative al patrimonio culturale: esportazione, rinvenimento, ricerca, preservazione, mostra e diffusione.es_ES
dc.description.abstractHow cultural heritage in Syria was treated before the establishment of the Syrian Antiquities Law 1963 and how it was considered after? This paper attempts to answer this question starting with the Ottoman Empire period and going through the French mandate in Syria until the establishment of the Antiquities Law in 1963 with all its amendments 1999 ending by the deliberate destruction of heritage after the beginning of the civil war in March 2011. I aim to reflect my own previous experience as director of the National Museum of Raqqa 2003-2008 and Head of its Department of Antiquities and Museums. With parallel to the antiquities law, existed series of commissions and competent authorities that could, within the scope of lake of economic and human resources, protect the heritage in a satisfactory way. Cultural heritage has been considered as part of the nation’s identity and have passed different stages of conservation in sometimes or depredation in others, depending on the political scene. But in general, local laws and regulations in Syria served in attempt to control all activities related to heritage; exportation, excavation, research, preservation, display and diffusion.es_ES
dc.format.mimetypeapplication/pdfes_ES
dc.language.isoitaes_ES
dc.publisherUCOPresses_ES
dc.rightshttps://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/es_ES
dc.sourceAstarté. Estudios del Oriente Próximo y el Mediterráneo 1, 1-13 (2018)es_ES
dc.subjectSiriaes_ES
dc.subjectLegge sull’antichitàes_ES
dc.subjectPatrimonio culturalees_ES
dc.subjectSyriaes_ES
dc.subjectAntiquities lawes_ES
dc.subjectCultural heritagees_ES
dc.titleIl ruolo della Legge sulle Antichità Siriane per la protezione del patrimonio culturale fino allo scoppio della guerra civile in Siria nel 2011es_ES
dc.typeinfo:eu-repo/semantics/articlees_ES
dc.relation.publisherversionhttps://www.uco.es/ucopress/ojs/index.php/astartees_ES
dc.rights.accessRightsinfo:eu-repo/semantics/openAccesses_ES


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